Sommario,abstract
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Il brano di Platone dal quale deriva il titolo di questo saggio di Lidia Storoni Mazzolani sintetizza due modi di accostarsi al mistero della vita e dell'eternità: la ricerca razionale e la rivelazione. L'Autrice cerca le tracce dell'uno e dell'altro modo nella forma letteraria più inerente al tema, l'epigrafia latina, voce schietta del sentire umano ed espressione delle varie correnti di pensiero attive nel mondo romano. Dall'esame di iscrizioni successive, attentamente selezionate, si può misurare l'avanzata del metafisico, il regresso del razionalismo. Lo studio si sofferma, in particolare, su due epitaffi significativi, e ricostruisce l'esistenza, l'ambiente storico, sociale, culturale di due personaggi, per risalire ai presupposti ideologici che suggerirono alle rispettive vedove pagana l'una, cristiana l'altra - formulazioni analoghe di fede nell'eternità: il primo, amico di Giuliano l'Apostata e protagonista dei Saturnali di Macrobio, fu un dotto patrizio, leader spirituale del conservatorismo politico e del tradizionalismo culturale; il secondo, gran signore Gallico, cristiano, fu una personalità del governo provinciale. I conflitti, le passioni, le inquietudini del periodo di trapasso dal IV al V secolo, che vide le invasioni barbariche, la fine del paganesimo e la disgregazione della civiltà ellenistico-romana, risultano vividamente attuali. Nuove forze ideologiche, etniche e sociali movevano una vigorosa «contestazione» alla società antica, non tanto in nome di precise rivendicazioni economico-sociali e nemmeno d'un'etica più ardua, quanto piuttosto d'un diverso atteggiamento di fronte alla verità: dopo secoli di ipotesi e di elaborazione dottrinaria, alla certezza veniva contrapposta la speranza.
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